Cibaria eZine: ottobre 2016
Il mensile online di cibariaweb: per i professionisti che si occupano di igiene, sicurezza e controlli dei prodotti alimentari nei processi di produzione, trasformazione e distribuzione
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Tra le principali frodi del settore: falsa dichiarazione dello stato di conservazione, specie ittica diversa da quella dichiarata in etichetta, pesce allevato venduto per selvatico e impiego di additivi non autorizzati o di additivi autorizzati, ma utilizzati in quantità che superano i livelli consentiti dalla normativa.
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Ad oggi, l’obbligo dell’indicazione di origine c’è soltanto per il latte fresco e non c’è per il latte a lunga conservazione e per il latte contenuto come materia prima in altri prodotti (formaggi, latticini, yogurt, burro).
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Le Linee guida predisposte dal Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali individuano, con finalità operative, i punti critici e gli interventi volti a ridurre la probabilità di incorrere in elevate contaminazioni da micotossine nella granella di mais e di frumento.
Con l’entrata in vigore del regolamento (UE) 1169/2011 relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori, le imprese alimentari, inoltre, sono obbligate ad indicare gli ingredienti allergenici o che provocano intolleranze. Tale obbligo, già previsto per i prodotti venduti confezionati e sfusi, viene esteso anche alla collettività, cioè a tutte le aziende che somministrano alimenti.
Il biofilm può rappresentare un grave rischio per la salute delle persone a causa delle aumentate capacità di resistenza alle condizioni avverse che sviluppano le cellule batteriche e della possibilità di contaminazione degli alimenti.
Ancora pochi, però, gli studi che si sono occupati di valutare la sicurezza di questi possibili "nuovi alimenti".
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